La storia

La chiesa di San Salvatore quasi completamente affrescata, straordinario esempio di arte trecentesca, quattrocentesca e cinquecentesca umbra, sorge su un’area in aperta campagna, ha un ingombro planimetrico di circa 14m per 24m; la facciata raggiungeva un’altezza di circa 10,5 m mentre il campanile arrivava a circa 16m.
Eretta su resti romani, la chiesa fu ricostruita nel XIV secolo dopo il terremoto del 1328 e ampliata nel XV secolo.
L’interno è caratterizzato da due navate di cui quella di sinistra presenta, a circa metà della sua lunghezza, un'iconostasi realizzata nel 1463 impostata su un arco a tre fornici.
I danni arrecati dai sismi del 26 e del 30 ottobre 2016 sono stati di gravissima entità: le coperture sono collassate all’interno dell’edificio compromettendo le pareti laterali e il campanile è parzialmente crollato.
La chiesa inoltre ha subito la completa perdita della facciata.  
Le priorità di intervento individuate dal progetto di messa in sicurezza, sono state dettate dal livello di vulnerabilità delle strutture superstiti e dalle peculiarità storico-artistiche dell’edificio.
È stata realizzata prioritariamente una struttura di copertura metallica al fine di proteggere i frammenti affrescati crollati e quelli rimasti ancora in situ e contestualmente si sono messe in sicurezza le pareti laterali con presidi in carpenteria metallica.
Lo staff dell’IsCR, supportato da ricerche storiche e dai rilievi realizzati preliminarmente, ha individuato le modalità operative con le quali effettuare la cernita e selezione delle macerie con la finalità di recuperare solo quegli elementi che connotavano architettonicamente ed artisticamente la chiesa: frammenti decorati, affrescati o scolpiti, paramento lapideo lavorato almeno su una faccia, arredi lignei e quanto storicamente ed esteticamente ritenuto di valore, ciò al fine di una futura ricomposizione dei frammenti appartenenti agli apparati decorativi di pregio.
La complessità del cantiere è stata determinata dal fatto che si è dovuto coniugare aspetti legati alla sicurezza degli operatori e di ciò che ancora non è perduto: la rimozione delle macerie quindi è stata concepita come un’operazione controllata, volta a scongiurare ulteriori crolli o cedimenti di strutture, studiata con interventi che hanno sequenze legate alla necessità di porre in opera presidi predisposti ad hoc in base al progredire delle attività.

Per approfondimenti, si rimanda al testo di Giovanni Luca Delogu dal titolo

“Il simulacro di San Salvatore in Campi”,

in “Capolavori del Trecento – Il cantiere di Giotto – Spoleto e l’Appennino”
a cura di Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori, edizioni  “Quattroemme”, Perugia.



Immagini San Salvatore com’era:
http://www.norcia.net/san-salvatore-norcia.html
http://www.iluoghidelsilenzio.it/pieve-di-san-salvatore-campi-di-norcia/